Letizia Verzulli
Letizia Verzulli, diciottenne abruzzese, porta avanti insieme ad altri giovani aquilani il progetto "Noi al Centro" che sta permettendo di costruire, con il sostegno del terzo settore locale, una rete di giovani con l’obiettivo di rispondere ai bisogni della città e della collettività.
L'unica certezza è il cambiamento
Il 2020 raccontato da Letizia Verzulli, giovane Changemaker e fondatrice del progetto "Noi al Centro" che sta permettendo di costruire in Abruzzo, con il sostegno del terzo settore locale, una rete di giovani con l’obiettivo di rispondere ai bisogni della città e della collettività.
Abbiamo perso ogni certezza, tutto ciò che prima dettava la nostra quotidianità adesso è ciò che ci spinge a vivere giorno dopo giorno senza curarci del domani perché ciò ci provocherebbe solo un sentimento di angoscia nato dalla consapevolezza della nostra condizione costantemente indeterminata.
Ossimoricamente l'unica certezza che abbiamo è l'incertezza, l'unica cosa di cui possiamo essere sicuri è che ogni giorno potrebbe essere completamente diverso da quello appena vissuto.
Forse vivere nel 2020 significa questo: vivere nell'incertezza, oppure è proprio il vivere che è per natura così incerto da sempre; alla fine è quello che ci tramandano dagli albori della civiltà: panta rei e carpe diem.
Affermata l'idea che nulla è certo e che quindi il cambiamento è inevitabile, dobbiamo citare allora il concetto di "società" liquida di Zygmunt Bauman. In una società liquida i confini e i riferimenti sociali si perdono e cosa ancora più importante, si perdono i valori che pongono la base dell'esistenza umana come il diritto, la vita e la libertà.
Probabilmente qualsiasi tipo di società se vista da un determinato punto di vista è potenzialmente definibile come "liquida" ma quello che ad oggi caratterizza la nostra è l'avvento del COVID-19. Il COVID-19 oltre che ad aver causato una pandemia globale, una crisi economica mondiale senza precedenti, moltissimi decessi e malessere generale come depressione e solitudine, ha spinto l'attuale società al cambiamento, stavolta repentino perché strettamente necessario, di cui si parlava ormai da decenni.
Da studentessa di un liceo italiano porto come esempio il fatto che da quando ho 10 anni chiedo ai miei genitori e discuto con i miei genitori su come poter ottenere una didattica nuova, in parte digitalizzata e solo adesso, nel 2020, per costrizione di una pandemia abbiamo ciò che viene chiamata didattica a distanza, nonostante le mille richieste precedenti al 2020 da parte degli studenti che chiedono da sempre innovazione nel sistema scolastico e didattico.
Questo non vuol dire che se non ci fosse stato il Covid non ci sarebbe mai stata la possibilitá di una didattica digitalizzata, ma probabilmente l'avremmo sperimentata tra 10 o 15 anni, con la prossima generazione che sarebbe stata, con ogni probabilità, ancora più reattiva rispetto a quella di oggi.
Potrei dilungarmi ancora su tutto ciò che questo virus mi ha tolto e mi ha fatto passare però a fare questo, a parlare di queste cose, sono già in tanti quindi, piuttosto parlerò di ciò che tra le mille difficoltà e momenti di tristezza, rabbia, solitudine e confusione ho potuto capire e apprendere. Ho capito che se studiamo la storia è perché di fatto historia magistra vitae, ho capito che la possibilità di pensare la maggior parte delle volte è un lusso, ho capito cosa sono i veri sentimenti e il vero significato di mancanza.
Quindi, nonostante il Covid mi abbia tolto tanto, mi ha anche offerto tante possibilità, come la possibilità di pensare, di capirmi e di crescere. Questo anno, che in meno di dodici mesi mi ha permesso un'esperienza pari ad almeno due anni di vita, mi ha dato tanto: ho imparato che è proprio nelle più aspre difficoltà che l'uomo è spinto ad agire, forse per una questione di sopravvivenza fisica e intellettuale, come se fosse nella sua natura, oppure semplicemente per volontà.
Come una giovane ragazza che vive nel 2020 non posso che riconoscermi nel significato di società liquida, purtroppo o per fortuna. Sebbene la mia società possa sembrare persa in sé stessa, cosa che in parte è, in essa possiamo trovare persone che cercano di cooperare per un fine comune. Queste persone sono chiamate Changemaker. Un Changemaker non aspetta di essere travolto dai cambiamenti ma vuole mettersi in prima linea, è colui che attua il cambiamento. Alla luce di ciò posso definirmi come una giovane changemaker, che nonostante tutto, sarà sempre pronta ad essere protagonista del cambiamento e non spettatrice.